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Giovanni Francesco Romanelli (Viterbo, 1610 - Viterbo, 1662),...

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Giovanni Francesco Romanelli (Viterbo, 1610 - Viterbo, 1662), Allegoria dell’Inverno

Giovanni Francesco Romanelli (Viterbo, 1610 – Viterbo, 1662), Allegoria dell’Inverno Allievo di Domenichino prima e Pietro da Cortona poi, il viterbese Francesco Romanelli è a Roma – stando alle fonti – a partire dal 1617; ma è dal 1631 che sono registrati i legami con la famiglia del papa Urbano VIII, i potenti Barberini, grandi committenti del Cortona. La fortuna del Romanelli è strettamente legata ad un suo affezionato e prestigioso committente, il cardinale Francesco Barberini; ma ciò che prova più di tutto il successo riscosso presso i suoi contemporanei, sono i due soggiorni in Francia (1646 – 47 e 1655 – 57) e le numerose commissioni ad essi legate, come quelle richieste dal Cardinale Mazarino e della regina madre Anna d’Austria. Lo stile del Romanelli non subì mai delle grosse evoluzioni, nel corso della sua carriera: legato tanto ai temi sacri quanto a quelli mitologici, in questa tela vediamo raffigurata un’Allegoria dell’Inverno, probabilmente della metà del XVII secolo. Un anziano – rappresentante l’“inverno della vita”, la fase finale dell’esistenza dell’uomo – col capo coperto da uno scuro mantello, si scalda le mani al calore di un tiepido braciere; la pennellata è sicura, attenta ai particolari del volto, delle mani e il panneggio è reso con la raffinata morbidezza tipica dell’artista. Olio su tela, cm est. 133×115, int. 118×97

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